Peel Saver e lo street food diventa eco

Se c’è una cosa che piace davvero a tutti, beh quella cosa sono senza dubbio le patatine fritte. Adulti o bambini le patatine fritte mettono sempre d’accordo tutti. Io stesso, lo ammetto, ne sono un grandissimo fan e quando sono in giro e vedo uno di quei negozietti che vende le patatine fritte, mi devo sempre trattenere. Però dimenticate il classico contenitore tra usa e getta, perchè Peel Saver potrebbe rivoluzionare questo settore.

Di spreco obiettivamente ce n’è molto, pensate a tutte le bucce di patata che vengono buttate via e pensate a tutte le confezioni per le patatine da street food. Se va bene son fatte di carta o cartone, alcuni addirittura sono ancora fatti di plastica. Ma concentriamoci sullo spreco delle bucce: già pelare le patate non è un lavoro simpatico… ma perchè buttarle via così? Non c’è davvero un modo per poterle recuperare?

Peel Saver, l’idea anti spreco tutta italiana

E qui arriva la sorpresa. Ho letto su un magazine internazionale (The Dieline) l’idea di tre giovani designers italiani, di Milano per la precisione, per dare una seconda vita alle bucce di patate. Ora io mi domando solo una cosa: i giornali italiani stanno tutti i giorni che Dio mette in terra a parlarci di cose stupide e/o orribili. Ma è possibile che quando a 3 giovani italiani viene una bella idea nessuno ne parli e io debba leggerla in un sito straniero?

Tralasciando la polemica, Simone Caronni, Pietro Gaeli e Paolo Stefano Gentile, hanno pensato che le bucce di patate potrebbero essere usate proprio per fare quello per cui la natura le ha pensate: contenere e proteggere le patate stesse. Le bucce vengono essiccate prima, macerate poi e infine compattate per formare un contenitore monouso. Monouso sì, ma totalmente sostenibile e riciclabile nuovamente: infatti le bucce compattate possono essere usate come cibo per animali o come fertilizzante.

In questo caso si può parlare assolutamente di upcycling! Upcycling ha un significato più bello di recycling. Non si tratta semplicemente di ri-usare qualcosa dopo il primo utilizzo, ma si tratta di pensare proprio un nuovo utilizzo, ad un livello come in questo caso anche più nobile! Quindi in bocca al lupodi cuore a questi tre ragazzi e se volete più info, potete trovarle tutto direttamente su Behance.

 

 

[Photos di Pietro Gaeli, Simone Caronni e Paolo Stefano Gentile]

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