Capitoni, una passione che dura da 20 anni

Capitoni 20 vendemmie

Il mondo del vino è pieno di storie di passione: storie di vignaioli che producono vini eccezionali, in territori ostili, con cambi di vita, o da generazioni etc etc. Insomma le storie di passione nel proprio lavoro affascinano sempre. Ma credetemi se vi dico che la storia  di Marco Capitoni è una di quelle che affascina e che a sentirla raccontare, si rimane a bocca aperta. E si rimane a bocca aperta a partire dalla location aziendale: uno splendido casale che si raggiunge dopo un breve percorso su una strada bianca. La cantina tra le vigne guarda verso Pienza e verso l’inconfondibile paesaggio della Val d’Orcia che, ricordiamolo, fa parte dei siti tutelati dall’Unesco.  In questo scenario comincia la storia dell’azienda che è ben più longeva delle 20 annate presentate.

Capitoni, armonia nel cuore della Val d’Orcia

Tutto comincia alla fine degli anni 60 quando il padre di Marco acquista il podere che poi diverrà il cuore della tenuta. Si comincia con una coltivazione tradizionale: cereali. Soltanto alla fin degli anni 90 vengono recuperate vecchie viti e piantate di nuove per avviare una produzione vinicola vera e propria che vedrà la luce con la prima annata del 2001. L’azienda è sin da subito improntata alla sostenibilità ambientale, basti pensare che dei 50 ettari dell’azienda, solo 6 sono dedicati alla vigna. Mentre gli altri sono dedicati ad altre colture oppure semplicemente lasciati a bosco. Da questo consegue l’attenzione (in senso buono) maniacale di Marco per le sue viti, una costante attenzione alle piante da cui non può prescindere l’ottimo risultato in cantina.

Tre sono le tipologie di vino prodotte. Troccolone è un’Orcia doc prodotto con uve Sangiovese, che ha la particolarità di essere affinato in anfore di terracotta di Impruneta. L’altra etichetta è il Capitoni, un Orcia Riserva doc prodotto con uve Sangiovese (80%) e Merlot (20%) che fa un lungo affinamento di 18 mesi in botti grandi e barriques e successivamente un anno in bottiglia. Troccolone e Capitoni sono i vini che vengono prodotti ogni anno, mentre l’altra etichetta, il Frasi solo quando la qualità delle uve lo consente. Il Frasi si produce da uve provenienti da un’unica vigna piantata nel 1974. Il vino invecchia per 24 mesi in una grande botte da 33 ettolitri e poi successivamente un ulteriore anno in bottiglia. La particolarità delle etichette sono le citazioni, quasi degli haiku che Marco scrive per ogni annata.

La Verticale: i vini in degustazione

La verticale è stata un bel percorso nella storia dell’azienda. Organizzata da Maddalena Mazzeschi e introdotta da Armando Castagno è stata una full immersione nella Val d’Orcia e nei suoi vini. Capire come si evolve il vino nel corso del tempo ma anche come un’annata possa diversificarsi dalle altre è istruttivo e utile per riflettere su quanto possano essere impattanti i cambiamenti climatici. Per ogni annata abbiamo degustato il Frasi, nel caso fosse stato prodotto, oppure il Capitoni riserva. Protagonisti di ogni annata sono il Sangiovese e Marco Capitoni che a distanza di anni ricorda dettagli della vendemmia e impreziosisce la degustazione con i suoi aneddoti. Certo ci sono annate più fortunate, altre invece dove le piogge o una grandinata improvvisa compromettono la vendemmia, ma i risultati sono quasi sempre eccellenti. Personalmente ho molto apprezzato la 2003, un Capitoni prodotto in una estate caldissima, ricco e profumato con un tannino elegante.

Dal 2005 invece comincia la produzione del Frasi, che ho trovato super  già dalle annate 2006 e 2007, equilibrate e ricche di profumi. Ma anche la 2008, un annata ideale per l’espressione dei vini del territorio. In questi 20 anni non sono mancate le difficoltà, come nel 2014, che ricordiamo come l’anno quasi senza estate… e qua solo con poche migliaia di bottiglie prodotte. E così si arriva agli ultimi anni, l’anteprima 2018 e i campioni di botte del 2019 e del 2020. Assaggi che promettono bene e che fanno sperare bene per il futuro dell’azienda.

I vari assaggi impongono una riflessione sui cambiamenti delle condizioni di lavoro. Lo stravolgimento del clima ha visto un susseguirsi di annate molto calde e siccitose che incidono anche pesantemente sulle piante e ovviamente anche sul risultato finale. La cura della vigna diviene sempre più difficoltosa e non resta che sperare, per tornare all’inizio, nella passione del vignaiolo. Per ora con Marco Capitoni, siamo tranquilli.

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